Thailandia, due settimane tra natura e mare

Un itinerario di due settimane in Thailandia è come fare un tuffo nella felicità, non a caso si chiama la terra del sorriso, un sorriso che ti coinvolge, un sorriso che ti trasmette serenità, un sorriso che vi farà tornare a casa con la voglia di ritornare indietro subito in Thailandia.

Tempio thailandese

Novembre – Aprile

Coppia, Mare, Natura

 2 Settimane

 1000 – 2000 €

GIORNO 1

Atterriamo a Bangkok in serata e raggiungiamo subito la nostra stanza, un appartamento prenotato attraverso Airbnb in zona Silom. Ci sono moltissimi condomini di lusso in città – con servizi comuni come piscina e palestra – presenti su Airbnb, ma non tutte le proprietà vedono di buon occhio gli affitti brevi ai turisti perciò fate attenzione al momento della prenotazione o potreste trovarvi circondati di cartelli minacciosi.

GIORNO 2

Dedichiamo la giornata a Bangkok con le sue attrazioni più classiche: il Palazzo Reale (ingresso 500bath), il tempio di Wat Pho con l’ernome Buddha reclinato ed il tempio di Wat Arun sull’altra sponda del fiume (l’attraversamento in barca dal molo di Tha Tien costa 4bath). Tra il 13 ed il 16 aprile si festeggia il Songkran, il Capodanno buddhista, sono i giorni più caldi dell’anno ed i thailandesi rispondono girando per le strade con pistole ad acqua e gavettoni – ma tranquilli, se siete preoccupati per telefoni e macchine fotografiche basterà alzare le mani e vi risparmieranno. O vi bagneranno solo una caviglia o un altro luogo “sicuro”, per coinvolgervi nei festeggiamenti ma con discrezione.

GIORNO 3

Raggiungiamo Ayutthaya, antica capitale del regno del Siam ed oggi sito archeologico Patrimonio UNESCO. Esploriamo i templi spostandoci in bicicletta e godendoci la giornata in questo sito storico molto affascinante.

La sera poi saliamo su uno dei rooftop più famosi di Bangkok per ammirare la città dall’alto, purtroppo arriviamo troppo tardi per il tramonto ma lo spettacolo notturno è ugualmente affascinante. Ci sono molti locali tra cui scegliere, noi optiamo per lo Skybar del Lebua State Tower: è richiesta qualche attenzione in merito all’outfit ma credo siano oggi molto più permissivi rispetto al passato, l’importante è che gli uomini abbiano ginocchia e spalle coperte e che non indossiate infradito. Quando salite dirigetevi al bar vero e proprio, in fondo alla scalinata, perchè i tavoli vicini all’orchestra dove le cameriere cercheranno di farvi sedere hanno invece prezzi nettamente più alti.

GIORNO 4

Nella nostra ultima giornata a Bangkok cerchiamo di scoprire un lato diverso della città rispetto ai grattacieli ed ai grandi centri commerciali di Sathorn e Silom. Visitiamo il mercato galleggiante di Taling Chan, è il più vicino a Bangkok ma piccolo e non così interessante. Se avete più tempo a disposizione forse Damnoen Saduak è una scelta migliore, nonostante ormai tutti questi mercati siano pure attrazioni turistiche. Da Taling Chan però è possibile esplorare i canali, o “khlong”, di Thonbury con una gita di una o due ore a bordo di una long tail boat tradizionale, un’esperienza molto interessante per comprendere come doveva essere la vecchia Bangkok quando ancora la città si fondava sulle sue vie d’acqua.

In serata prendiamo un volo interno e ci spostiamo a Chiang Mai. In città c’è una tariffa fissa per i taxi dall’aeroporto agli hotel che va dai 150 ai 200bath a seconda della vicinanza al centro, dovrete comunicare l’indirizzo al banco apposito di fronte all’uscita e provvederanno ad assegnarvi il primo taxi disponibile.

GIORNO 5

Il modo più semplice per visitare Chiang Mai è noleggiare uno scooter, la tariffa giornaliera va dai 200 ai 250 bath e vi verranno offerti già nella guesthouse o nell’hotel dove dormirete. In circa 20 minuti si raggiunge l’attrazione più famosa di Chiang Mai, il tempio Wat Phrathat Doi Suthep che domina la città dalla montagna (ingresso 30 bath, ci sono sarong in prestito all’entrata). L’intera Chiang Mai poi è famosa per i suoi numerosissimi templi: i più celebri sono il Wat Phra Singh, il Wat Chedi Luang ed il Wat Phan Tao, interamente realizzato in legno tek come omaggio al commercio di questa materia prima preziosissima che per lungo tempo è stata centrale nell’economia locale.

Una delle esperienze da non perdere a Chiang Mai è frequentare una scuola di cucina: ne esistono diverse ed in genere tutte offrono sia il corso di una giornata intera sia quello serale, ideale per visitare altre attrazioni durante il giorno. Noi abbiamo scelto Asia Scenic” grazie alle ottime recensioni trovate in rete, che non possiamo che confermare: è stata un’esperienza divertentissima – anche per merito della nostra insegnante, una forza della natura – ed abbiamo imparato non solo come preparare molti piatti della cucina thailandese come pad thai o paste di curry, ma anche quali sono gli ingredienti fondamentali e le loro caratteristiche. Il corso serale inizia alle 17.00 con una visita al mercato locale e, nel caso di Asia Scenic, all’orto in cui coltivano autonomamente gran parte delle spezie e dei vegetali necessari per le ricette. Il corso viene tenuto in lingua inglese e costa 800 bath a persona, ognuno mangia ciò che ha preparato con le sue mani.

GIORNO 6

Sveglia all’alba, ci attende una delle esperienze a cui tenevo di più in tutto il viaggio: poter incontrare gli elefanti nel parco dedicato a loro, dove si può passare una giornata assieme a loro accudendoli e giocando con loro nell’acqua.

Nel pomeriggio prendiamo un autobus per Chiang Rai: le due principali città del Nord sono collegate da “GreenBus” in circa 3 ore e mezza di viaggio, gli autobus sono decisamente più comodi della media (anche di molti aerei low cost devo dire) ed i biglietti costano dai 129 ai 258 bath a seconda della classe. A Chiang Rai esistono due stazioni, una più grande ma un po’ fuori dalla città, ed una seconda invece in pieno centro in cui è preferibile scendere se alloggiate qui.

GIORNO 7

Per esplorare i dintorni di Chiang Rai decidiamo di noleggiare un’auto, troviamo un’utilitaria Honda per 1200 bath ma forse cercando già da casa avremmo potuto spendere qualcosina in meno. Confesso che la mia idea originaria era prendere un’auto già a Chiang Mai invece di utilizzare l’autobus per lo spostamento, ma mi sono mossa troppo tardi e non sono riuscita a trovare una compagnia economica che permettesse anche il drop-off in una città differente. Ad ogni modo, con l’auto puntiamo alla cittadina di Mae Salong: qui, quasi al confine con il Myanmar, un battaglione dell’esercito cinese fuggito dalle forze comuniste ha creato una sorta di enclave. Erano i tempi del commercio dell’oppio, ma oggi quelle piantagioni sono state trasformate ed il paesaggio si distende tra mille curve, morbide colline ed infinite distese di cespugli di tè che paiono quasi risaie terrazzate. I panorami sono meravigliosi e per chi lo desidera è possibile anche visitare una piantagione e fare delle degustazioni di tè – ma già imboccando una laterale qualunque ci si ritrova tra i cespugli, abbiamo passeggiato tranquillamente anche senza visite guidate.

Rientrati a Chiang Rai visitiamo il Wat Rong Khun o “Tempio Bianco”, diventato ormai uno dei simboli della Thailandia.  Vederlo dal vivo fa uno stranissimo effetto: opera bizzarra ed ancora in divenire di un artista contemporaneo, il tempio è semplicemente… kitsch, in quel modo divertente ed un tantino assurdo che hanno i thailandesi di fare le cose. Gesso ricoperto da specchietti, robot colorati, teste appese agli alberi ed all’interno (dove non è possibile scattare foto) immagini che vanno dai Pokemon ai supereroi passando per Keanu Reeves e Jonnhy Depp. Semplicemente kitsch, ma molto fotogenico con i suoi giochi di luce.

Non ho citato quello che viene definito comunemente Triangolo d’Oro – questo termine indica in realtà un’area geografica molto ampia e non, come fanno invece le varie agenzie turistiche, il villaggio di Sop Ruak sulle sponde del Mekong. No, non l’ho visitato perchè non mi interessava e perchè, fondamentalmente, la considero una grande trappola per turisti, ma si tratta di una mia opinione e se desiderate andarci potrete raggiungerlo facilmente in auto o con un’escursione organizzata da Chiang Rai.

GIORNO 8

Anche se ci sembra di essere in viaggio da un mese, è passata solamente una settimana ed è ora di spostarsi a sud. In mattinata prendiamo quindi un aereo per Phuket, che sarà la nostra base per alcune escursioni.

Di Phuket avevo letto e sentito di tutto, alcune cose mi sento di confermarle ma in generale vorrei rassicurare quanti prendono in considerazione di alloggiare qui: l’isola non è così terribile come alcuni la descrivono. Certo, se come noi non fate vita notturna evitate di dormire a Patong, mi sembra ovvio. Certo, è molto affollata, ma si tratta di un’isola davvero enorme in cui è comunque possibile trovare spazi tranquilli. Certo, la prostituzione esiste e di sicuro gira anche molta droga, ma nessuno vi imporrà mai di provare l’una o l’altra se non sarete voi a cercarla. E se le spiagge di Phuket sono “brutte” come mi sono sentita dire prima di partire, io che vivo in Veneto e come spiaggia più vicina ho Jesolo posso solo mettermi a piangere. L’unica cosa che davvero ho odiato è il traffico, ma temo ci sia poco da fare al riguardo dato che l’isola è frequentata da milioni di turisti ogni anno per lo stesso motivo per cui l’ho scelta io stessa: è un luogo centrale per visitare alcune tra le attrazioni più “classiche” della Thailandia, quelle cui si fa fatica a rinunciare nel corso del primo viaggio nel Paese.

Abbiamo alloggiato a Kata, ma forse se dovessi scegliere oggi mi spingerei fino a Rawaii per essere ancora più lontana dalle folle pur restando vicini ad un bel lungomare.

GIORNO 9

La prima escursione è anche la più pesante, ci alziamo all’alba per raggiungere le isole Similan, parco naturale composto da 11 isole selvagge e probabilmente – insieme alle isole Surin più a Nord – tra i luoghi migliori per fare snorkeling o immersioni in questa zona della Thailandia. Le isole 1, 2 e 3 sono interdette al pubblico per proteggere l’ecosistema e le tartarughe che qui depongono le uova. In giornata si riescono solitamente a fare 3 o 4 tappe compreso il pranzo sull’isola principale (n. 4); in alternativa è anche possibile scegliere una visita di più giorni e dormire in tenda o in bungalow, ma bisogna essere pronti a sistemazioni molto spartane. Tenete presente anche che l’intero parco è chiuso da maggio a novembre durante la stagione dei monsoni.

Tutte le escursioni includono trasporto in minivan dal vostro hotel, barca con acqua e bibite a disposizione e pranzo, noi abbiamo speso 1900 bath a persona ma con una compagnia che non mi sento di consigliarvi.

GIORNO 10

La seconda escursione ci porta tra alcuni dei panorami più classici della Thailandia: le rocce carsiche che emergono dal mare nella baia – anche questa parco nazionale – di Ao Phang Nga. Viene venduta come escursione a “James Bond Island” perchè qui è stato girato un episodio della saga, ma si tratta di paesaggi straordinari e non solo di un luogo da appassionati. La giornata prevede oltre all’isola di 007 un piccolo giro in canoa tra le rocce, il pranzo a Panyee Island con le sue caratteristiche palafitte colorate e qualche ora dedicata al relax in spiaggia a Naka Island.

Abbiamo speso 1700 bath a persona ed in questo caso mi sento di consigliarvi la compagnia, Phuket SeaHorse” Prevedono un massimo di 25 persone al giorno, si parte un’ora più tardi rispetto alle altre barche in modo da visitare ogni attrazione quando quasi tutti se ne sono già andati, ma soprattutto sono attentissimi all’aspetto ambientale. Niente rifiuti abbandonati in mare o in spiaggia, compresi i mozziconi di sigaretta: la nostra guida Pom teneva d’occhio tutti per assicurarsi che non ci fossero trasgressori e non avrei potuto apprezzarlo di più – specie dopo l’esperienza opposta del giorno precedente. I mozziconi di sigaretta sono rifiuti non biodegradabili, non si buttano in spiaggia, a terra, tra i binari del treno o dal finestrino dell’auto, per favore imparatelo tutti e sappiate che in Thailandia potreste essere multati fino a 50€ se trasgredite.

GIORNO 11

Con uno scooter a noleggio (250 bath) raggiungiamo Phuket Town, l’unica città in Thailandia in cui sopravvivono coloratissimi edifici coloniali portoghesi: i più belli si trovano nella zona tra Thalang Road, Dibuk Road e Soi Rommani.

All’ora di pranzo ci attende poi la nave per l’ultima tappa del nostro viaggio: Phi Phi Island (biglietti a/r compreso transfer dall’hotel: 700 bath a persona). Anche qui alcune premesse sono d’obbligo: si tratta di un’isola molto turistica e certamente va messo un freno alla cementificazione, ma alcune delle recensioni lette prima di partire erano eccessive. Phi Phi è ancora un luogo di una bellezza sconvolgente. Credo che qui, più che nelle altre tappe, l’aspetto fondamentale sia scegliere il giusto hotel per essere sicuri di vivere al meglio l’esperienza: se cercate vita notturna e divertimento fermatevi a Tonsai, se invece volete il vostro piccolo angolo di paradiso in mezzo alla natura allontanatevi verso Long Beach o addirittura nella costa Est.

GIORNO 12

L’attrazione principale a Phi Phi è ovviamente Maya Bay, sull’isola di Phi Phi Leh, una delle spiagge più famose del mondo. Li abbiamo passato tutta la giornata in spiaggia coccolati dal sole e sorseggiando qualche cocktail 🙂

GIORNI 13/14

Sfidiamo le temperature torride per salutare l’isola dal Viewpoint: da Long Beach sono necessari almeno 30-40 minuti di camminata nella foresta, la vista dall’alto da un lato è carina ma allo stesso tempo mostra quanto la zona di Tonsai sia satura di cemento. Come dicevo si tratta di foresta quindi siate pronti a qualche incontro con animali di vario genere, dal varano al serpente. Nel pomeriggio inizia purtroppo il rientro, da Phuket torniamo a Bangkok dove il mattino seguente ci attende il volo verso casa al termine di un viaggio straordinario.

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